Reti, buste in Pvc o in tessuto naturale, i sostituti sostenibili della plastica nei supermercati esistono, spetta ai governi e alla gente la volontà di cambiare.
Nei mesi scorsi il polverone mediatico sui sacchetti di plastica biodegradabile per la frutta e la verdura a pagamento (a 1 centesimo sic!) ha riportato alla ribalta il problema dello smaltimento dei rifiuti di questo materiale che sono un vero e proprio cancro dei mari e degli oceani. Una legge formulata male ha portato alla ribalta un problema non più eludibile.
A parte l’indignazione del popolo ‘webete’ il problema è serio ed investe il futuro stesso dei mari, visto che i tempi di decomposizione della plastica sono lunghissimi (500 anni) e vanno ben oltre il passaggio dei noi tutti in questo mondo, per non parlare dei pesci che quotidianamente rischiano di ingoiare e restare soffocati da questi rifiuti dell’umana inciviltà. Per fermare tutto ciò occorre il buonsenso, l’educazione civica ma soprattutto iniziative decise dei governi per arginare e sanzionare il fenomeno offrendo delle alternative come possono essere le retine, le borse polipropilene o nei tessuti naturali. Oggetti che oltre all’appellativo di eco-friendly possono anche essere considerate realizzazioni di eco-design, unendo una vocazione green con la ricerca della forma e dello stile.