Inquinamento e digitale, internet inquina il pianeta?
Preso tutto insieme, nel suo complesso, la rete internet è la quarta nazione al mondo in termini di emissione di CO2 e consumo energetico, internet viene solo dopo Cina, Stati Uniti ed India ed è quindi estremamente inquinante, questo stando ai dati del Global Carbon Project stiamo parlando di di 1.850 milioni di tonnellate di CO2 in un anno.
A livello narrativo siamo abituati a considerare la nuvola (il Cloud che oramai usiamo quotidianamente anche solo quando inviamo un messaggino su Telegram) come qualcosa di etereo, di virtuale, di non tangibile, quando in verità la “nuvola digitale” è materiale consuma energia, i suoi componenti se si guastano vengono sostituiti, necessità di minerali rari ed impatta sull’ambiente.
Ogni giorno usiamo internet per fare qualcosa, tantissime cose, visto che tutte le ricerche ci dicono che il tempo che passiamo connessi aumenta costantemente, tanto che probabilmente “il diritto alla disconnessione” diventerà presto di grande attualità.La verità è che passiamo molto del nostro tempo connessi ai dispositivi elettronici e non ci rendiamo nemmeno conto dell’impatto che stiamo avendo sul nostro pianeta quando utilizziamo il digitale diffuso oramai in ogni ambito della nostra vita quotidiana.
Ad esempio le e-mail che inviamo, le immagini che scarichiamo, i siti web che consultiamo, i video che guardiamo, tutti contribuiscono in qualche modo ad aumentare la nostra impronta ecologica.
Tendiamo a considerare quello che “non vediamo” come se non esistesse, e così guardiamo ad internet, alla rete come qualcosa che non ha impatto ambientale.
Quanto inquina il pianeta il web: l’impronta al carbonio del digitale diffuso
Secondo il ricercatore Mike Hazas ricercatore della Lancaster University, l’impronta di carbonio dei nostri dispositivi elettronici (computer, telefoni cellulari, tablet), internet e i grandi data-center e server che consentono ad internet di funzionare, sono responsabili di quasi il 3,7% delle emissioni globali di gas serra, e purtroppo la tendenza è che aumenteranno.
Che cos’è un data-center? Ecco un video che ti mostra uno dei data center di google dove vengono “archiviati” anche i nostri dati:
Purtroppo è ancora difficile capire l’impronta di carbonio delle nostre abitudini su internet, poiché questo valore cambia a seconda della zona in cui viviamo, come sempre i cambiamenti climatici non sono responsabilità di tutti e tutte allo stesso modo, non è così, c’è una grandissima differenza tra le abitudini consumistiche estreme dei pochi grandi ricchi e una massa di “diseredati” che vive con pochi dollari al giorno.
In alcune zone del mondo, gli utenti hanno un’enorme impronta di carbonio digitale, mentre in altre è molto più piccola. Per esempio, si stima che 10 anni fa una persona che usava frequentemente internet in Australia era responsabile di circa 81 kg di anidride carbonica al mese.
Com’è possibile che usiamo così tanta energia (ed emettiamo CO2), ed inquiniamo il pianeta semplicemente usando internet o un dispositivo digitale che ci dà accesso a “mondi virtuali”?
A parte l’intero processo di fabbricazione di un computer, di un telefono cellulare o di un tablet e il suo trasporto, per poter navigare e fare tutte le cose che ci piacciono su internet, abbiamo bisogno di server che ci facciano arrivare i dati.
Ma ribadiamolo con forza i nostri dispositivi sono fatti di MATERIALE, di metalli rari spesso estratti in condizioni disumane nelle miniere africane.
Uno dei grandi problemi è che richiedono molta energia e sono sempre più necessari affinché tutto il mondo possa accedere alle informazioni quando vuole e rapidamente, la velocità NON è sempre un bene.
Secondo GreenPeace ad esempio (http://www.clickclean.org/), i server sono una specie di fabbrica che funziona 24 ore al giorno, ogni giorno della settimana. E sai quanti ce ne sono in tutto il mondo?
Secondo Statista (il noto portale di “big data”), ci sono circa 8,4 milioni di questo tipo di fabbriche sparse nel mondo (il numero è indicativo, al momento che abbiamo letto, ma rende l’idea delle dimensioni del fenomeno, questo il nostro obiettivo). Alcuni di essi appartengono a grandi multinazionali come Google, Facebook, Microsoft e Apple.
Internet è una delle cose che usiamo di più nella nostra vita quotidiana e allo stesso tempo non ne sappiamo nulla, manca la consapevolezza verso il digitale diffuso nelle nostre vite, usiamo dispositivi e software che conosciamo sempre meno e questo è vero anche per i cd “nativi digitali” non necessariamente solo per le generazioni analogiche (citiamo tra i tanti spunti l’ebook gratuito “Generazioni a confronto. libro multimediale con le voci di più generazioni su come viene vissuto, abusato o irrisolto il digitale“). Non avendo alcuna nozione di ciò che serve per potervi accedere, non ci chiediamo nemmeno se stiamo influenzando l’ambiente e/o promuovendo un qualche sfruttamento, diamo per scontato che il “cloud” sia davvero etereo ed impalpabile, e cosa succederà con la realtà virtuale? Il famoso metaverso di cui si sta parlando giusto in questi mesi?
Dall’invio di e-mail, i video che guardiamo e i siti web che visitiamo, tutto contribuisce ad aumentare la nostra impronta al carbonio sul digitale.
Alcuni spunti di riflessione a partire dalle abitudini digitali quotidiane.
Anche internet inquina il pianeta: l’impronta inquinante di un sito web
Quando si parla di impronta di carbonio derivante dal digitale, non si può non parlare di siti internet!
Come si può avere un sito web più sostenibile che non abbia un impatto grande sull’ambiente?
Nota a margine:
Sembra che anche Google abbia dichiarato che premierà nei risultati della ricerca i siti a basso impatto ambientale, ma ancora trattasi di “rumors” più che di certezze, anche se sappiamo bene che nella SEO (ottimizzazione per i motori di ricerca) sono quasi sempre rumors, visto che gli algoritmi che governano google sono per gran parte ignoti.
Semplificare il sito internet
C’è molta tendenza a riempire i siti con molte immagini, video, molte pagine, grafiche ecc, ma la verità è che questo rende solo il sito più pesante e difficile da caricare e anche da backuppare (spesso i backup per motivi legati alla sicurezza informatica sono ridondati e molteplici questo aumenta il “peso” e l’impiego della risorsa server anche in termini “spazio occupato” e quindi di conseguente impronta ecologica). E il risultato? Tanti tanti giga magari di news ed informazioni vecchie, e di conseguenza più energia sprecata, più impatto sull’ambiente.
Per questo motivo è molto importante prestare attenzione al design e al peso e alla risoluzione delle immagini. Più semplice è, meno energia ha bisogno il server per mostrare il tuo sito alla gente.
Limitare l’invio delle email per ridurre l’inquinamento da internet del pianeta
Ogni email che inviamo ha un impatto sull’ambiente, per esempio un’email che finisce nello spam può emettere 0,3g di CO2, mentre un’email normale può emettere fino a 4g di CO2 e un’email con una foto può emettere fino a 50g di CO2, secondo uno studio di Mike Berners-Lee della Lancaster University.
Cosa fare per limitare “l’inquinamento da internet” quando utilizziamo le mail?
1. Evitare di inviare email inutili.
La ricerca ha dimostrato che se ogni adulto nel Regno Unito inviasse un’email di ringraziamento in meno, quasi 16.433 tonnellate di emissioni di carbonio potrebbero essere tagliate ogni anno! È come togliere dalle strade circa 3.334 auto diesel.
2. Sostituire gli allegati delle email con i link ai documenti quando sono già disponibili altrove
Se devi inviare molti documenti o immagini in una sola e-mail, è preferibile che sia attraverso un link.
Puoi, per esempio, usare Wetransfer e poi mettere il link nel corpo dell’e-mail se questa viene inviata magari a tanti destinatari. In questo modo, sarà molto più leggero e di conseguenza avrà meno impatto sull’ambiente.
3 – Iscriversi solo alle newsletter che ci interessano veramente e cancellare quelle che non ci servono.
Ammettiamolo a quante newsletter inutili siamo iscritti ed iscritte?
Oltre alle email limitiamo anche la messaggistica istantanea
Lo stesso ragionamento estendiamolo anche ai messaggini, che diciamolo anche perché gratuiti ci sono sfuggiti di mano ne mandiamo tantissimi e spesso inutili, alla messaggistica istantanea su Whatsapp, Telegram eccetera, dove spesso ridondiamo “stupidaggini” 100 volte oppure apriamo gruppi che servono solo a distrarci, le distrazioni digitali sono infatti un problema, spesso la stessa identica informazione viene ridondata su più canali di comunicazione generando solo confusione ed impattando negativamente sull’ambiente e sulla nostra concentrazione assalita da mille notifiche spesso non propriamente “urgenti”.
Navigare in Internet inquina il pianeta
Capire l’impatto delle nostre ricerche su internet è ancora un po’ confuso perché ci sono stati molti cambiamenti fatti dalle aziende per renderlo più ecologico.
Ogni ricerca effettuata su Google ha una impronta ecologica, vedi anche:
https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2020/10/alleggerisci-la-tua-impronta-invisibile.pdf
Al giorno d’oggi, è difficile conoscere concretamente questa impronta, poiché Google utilizza un mix di diverse energie rinnovabili e compensa la sua impronta di carbonio attraverso progetti di energia sostenibile. Secondo uno dei motori di ricerca più utilizzati, un utente medio che effettua 25 ricerche al giorno, guarda almeno 60 minuti di Youtube, ha un account di posta elettronica e ha accesso ad altri servizi, produce meno di 8 g di CO2 in un solo giorno. Ma Google non è l’unico a ridurre la sua impronta di carbonio, Microsoft sta facendo lo stesso e prevede di avere un’impronta neutra entro il 2030.
Tuttavia ci sono già dei motori di ricerca alternativi e più ecologici? Forse, citiamo questo ad esempio:
Ecosia, un motore di ricerca che promette di piantare alberi 🙂
Anche guardare video online impatta sull’ambiente
Sapevi che la visione di video online rappresenta una gran parte del traffico internet globale e di conseguenza producendo milioni di tonnellate di anidride carbonica ogni anno?
Secondo The Shift Project, un progetto francese, questo corrisponde all’1% delle emissioni globali di anidride carbonica.
Ma perché questo? A causa di tutta l’energia utilizzata per i dispositivi (televisione, computer, tablet, telefono cellulare), l’energia consumata dai server e dalle reti che distribuiscono i video stessi.
“Se accendi la tua TV per guardare Netflix, circa la metà dell’energia è usata per alimentare la TV mentre l’altra metà è usata per alimentare Netflix” – Mike Hazas su BBC News
Secondo un rapporto di Netflix che ci è capitato di leggere, il suo consumo totale di energia globale ha raggiunto 451.000 megawatt-ora all’anno, abbastanza per alimentare oltre 37.000 case. Eppure sostiene di avere certificati di energia rinnovabile e compensazioni di carbonio. Netflix è una delle aziende in più rapida crescita nel corso degli anni e ora durante il blocco è una delle piattaforme più utilizzate, è davvero molto importante che anche questi tipi di aziende diventino più sostenibili.
Ma non sono solo le grandi piattaforme di streaming, usiamo inernet anche semplicemente per “perdere tempo” guardando video, alle volte senza senso, pensiamo allo “scrolling compulsivo” su Tik Tok oppure a quanto stiamo su Facebook a visualizzare video non sempre ! Youtube è uno dei siti web più seguiti con oltre un miliardo di ore. Nel 2016 l’Università di Bristol ha fatto uno studio dove è stato stimato che le visualizzazioni su Youtube, hanno prodotto circa 11,13 milioni di tonnellate di anidride carbonica, che è equivalente alla quantità di gas serra emessi da una città delle dimensioni di Francoforte o Glasgow nel corso di un anno!
Un modo che può aiutarvi a diminuire la vostra impronta di carbonio quando state solo ascoltando qualcosa su YouTube, è quella di accendere la radio, ebbene si, la radio dato che spesso usiamo YouTube come “colonna sonora di sottofondo” (va detto che questo utilizzo ha un impatto minore sull’ambiente rispetto a sparsi video in altissima definizione magari su schermi che manco supportano l’alta definizione).
Considerazioni finali internet inquina il pianeta?
Consapevolezza nell’uso del digitale, e limiti nella fruizione di internet. E magari fare acquisti presso i negozi del nostro quartiere piuttosto che sui soliti grandi ecommerce!
E se proprio non riesci a diminuire la tua impronta digitale compensa in un altro modo, cambiate altre abitudini per renderle più green.
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