Fattorie, agriturismi, ecovillaggi, laboratori sono tante le realtà che possono darci la possibilità di vivere esperienze a contatto con la materialità delle cose.
Si stanno moltiplicando in tutto il mondo fattorie,laboratori artigianali dove vengono riscoperti spesso in chiave moderna antichi mestieri e tecniche di produzione e lavorazione di prodotti della natura e per la natura. Nasce anche in tanti il desiderio di fare un’esperienza all’interno di una di queste realtà, dalla lontana Australia alla campagna inglese, che sia di qualche settimana ma a volte anche di qualche mese. Ecco un fiorire di siti specializzati che consentono di entrare in contatto con farm, birrifici artigianali, laboratori di cucina o realtà che hanno nel biologico o nel contatto con la natura la loro essenza di fare impresa. Un modo alternativo per fare un turismo esperienziale, dove alla possibilità di vedere posti nuovi ospitati si aggiunge la possibilità di fare un lavoro a contatto con la materialità, così distante dalle giornate passate in ufficio davanti al computer, intervallate da viaggi in metro attaccati agli schermi dei nostri smartphone.
Dal punto di vista di queste realtà se fare concorrenza a livello di produzione e di prezzo ai grandi colossi alimentari è un’impresa al limite dell’impossibile, queste realtà si stanno sorprendentemente ritagliando la loro fetta di pubblico e di mercato tanto che le stesse grandi multinazionali stanno puntando in parte sulle coltivazioni bio avendo campito dove tira il vento almeno per una parte di consumatori. Solitamente i prodotti di queste micro aziende vengono venduti sul posto, nei bar o nei ristoranti che aderiscono alla filosofia delle coltivazioni a km 0 o nei piccoli mercatini settimanali che sono diventati un piacevole appuntamento fisso lungo tutta le penisola. Andiamo ora a vedere quali sono i maggiori e più popolari siti in cui è possibile facilmente prendere contatto con le realtà più disparate che operano nel campo dell’ospitalità in cambio di lavoro, socialità e conoscenze.
Workaway il sito leader nell’interscambio lavoro/ospitalità
La creatura nata nel 2002 dalla passione per i viaggi e le esperienze di David Milward che raccoglie centinaia di proposte di esperienze lavoro in giro per il mondo. Il sito si è sviluppato come un vero e proprio social network in cui domande e offerta si incontrano, discutono, si mettono d’accordo e poi è possibile lasciare dei feedback in cui sia ospite che ospitato danno un giudizio. Uno strumento utile e indispensabile per evitare che persone poco raccomandabili o autentici sfruttatori possano trarre vantaggio da questa buona predisposizione e fiducia di tante persone. Gli annunci in questo sito sono veramente tanti ed posizionati in quasi tutti gli stati del mondo, quindi vuol dire che di fatto si ha la possibilità di fare esperienza importanti, conoscere posti e viaggiare spendendo una cifra tutto sommato modesta. Nelle schede oltre alle foto viene inserito costa l’host richiede e cosa offre, in taluni casi dove è indicata l’immagine di una banconota viene offerto un piccolo compenso in forma di rimborso spese. Per accedere al sito sia come host che come viaggiatore bisogna procedere con la registrazione, nel caso dell’aspirante ospitato per poter contattare le varie strutture bisogna pagare la quota annuale individuale o a coppia. Quindi se siete interessati a fare un’esperienza in campagna, apprendere un tipo particolare di cucina, imparare l’arte della ceramica, lavorare in un ostello in mezzo alla natura e conoscere le culture locali questo sito/network è quello che fa per voi.
Wwoof lavorare nelle fattorie biologiche
Si tratta di un’organizzazione piuttosto longeva fondata nel 1971 in Inghilterra dall’ingegno di Sue Coppard che una volta trasferitasi in città sentiva dentro di sé il richiamo della campagna. Sentì di condividere con gli altri questo suo desiderio coinvolgendo le fattorie biologiche, che all’epoca erano un fenomeno di élite presente soprattutto negli stati evoluti del nord europa, e le persone che come lei volevano ‘evadere’ dalla routine cittadina per convogliare per qualche giorno, settimana o mese nel ‘sano’ ma duro lavoro dei campi. Il successo in Uk fu immediato quanto sorprendente e l’eco di Wwoof cominciò a farsi sentire anche all’estero, tanto che negli anno 90 l’organizzazione iniziò ad espandersi piano piano a tutto il globo diventando una sorta di network mondiale (Wwoof Italia)di fattorie biologiche in grado di attirare migliaia di ospiti desiderosi di viaggiare ma soprattutto di conoscere un mondo da cui piano piano tutti noi stiamo prendendo le distanze. Con il moltiplicarsi delle fattorie aderenti si sono anche ampliate le tipologie di farm ad attività tipo ecovillaggi, agriturismi, alberghi diffusi tutto in nome di una visione alternativa del mondo, del cibo e del viaggio inteso come interscambio e conoscenza. Le fattorie che si candidano devono presentare domanda all’organizzazione nazionale che valuta la congruità dei progetti con la filosofia e i fini dell’organizzazione, mentre per chi voglia contattare le varie farm e valutare i progetti devono iscriversi versando una quota annuale che serve al funzionamento dell’organizzazione che attualmente è presente in vaste aree del pianeta.
Ricordiamo che queste esperienze devono essere quanto più autentiche possibili, debbono servire ad acquisire e trasmettere in quanto sono da considerarsi come autentici scambi di umanità, cultura attraverso quello che possiamo dare e quello che siamo in grado di ricevere. Il mondo è bello perché vario dice un vecchio proverbio, ma se ci accorgiamo che se dietro una di queste iniziative c’è dello sfruttamento è nostro diritto dovere INTERVENIRE E DENUNCIARE ai referenti dei portali chi trae un indebito vantaggio da queste situazioni facendo sfruttamento della manodopera e non fornendo quello che nell’annuncio ha scritto.