Alla scoperta della birra vegana
Le bionde 100% senza ingredienti provenienti da derivati animali e cruelty free esistono eccome, vediamo in questo post come riconoscere la birra vegana.
Che la birra possa essere considerata una bevanda vegana o meno è come in altri casi un tema controverso tra puristi o meno di un certo stile di vita chiamato veganesimo. Cerchiamo in questo articolo di fare chiarezza su come sono fatte le birra vegane e cosa le differenzia dalle birre artigianali o industriali che troviamo in commercio.
Spesso nelle piccole produzioni artigianali, che negli ultimi anni hanno avuto un vero e proprio boom creando occupazione specialmente tra i giovani, seppur ecologicamente apprezzabili da tanti punti di vista ovvero per la genuinità e per l’utilizzo di ingredienti a chilometro 0, oltre agli elementi indispensabili per la birra (acqua, lievito, luppolo e malto) vengono aggiunti dei componenti di origine animale che di fatto inficiano il loro essere prodotti autenticamente vegan. L’inserimento di questi elementi avviene nelle diverse fasi della produzione, della fermentazione e della conservazione della birra, ma anche per la colorazione e l’insaporimento. Nulla di nocivo chiariamoci, solo che chi segue una dieta vegana sa benissimo che è prima di tutto un modo di vivere dove non è permesso trasgredire a regole, che vengono prima di tutto dalla coscienza, di non infliggere in alcun modo dolore e sofferenza agli animali, adoperando prodotti autenticamente cruelty free.
Caratteristiche della birra vegana
Andiamo ora ad elencare quali sono gli elementi che possono privare la popolazione vegan del piacere di degustare una buona birra vegana:
- Il miele: l’apporto di questo prezioso alimento di origine animale al processo di birrificazione può produrre, grazie alla differenziazione nel gusto e nel sapore, birre uniche. Detto questo la produzione stessa del miele può comportare la sofferenza o la morte dell’animale e per questo non può nella quasi totalità dei casi essere considerato un alimento vegan friendly se presente nella birra non stiamo parlando di una bevanda vegana.
- Chiarificatori di origine animale: quelli più conosciuti sono le gelatina e la colla di pesce, il primo ottenuto dalla pelle di maiali e mucche mentre il secondo dalle vescica natatoria dei pesci un organo interno dei pesci, quest’ultimo viene utilizzato particolarmente nelle birre.
- Derivati dal latte: per esempio la caseina è una proteina usata come chiarificatore e il lattosio usato in genere per le birre considerate dolci, quest’ultimo si tratta di un derivato del latte di mucca.
In genere sono le birre di origine inglesi, irlandesi e scozzesi a fare maggiormente uso additivi di derivazione animale, elementi che tuttavia sono facilmente sostituibili con surrogati naturali come l’irlandese carragenina (muschio irlandese) o la pectina estratta dalla frutta che lasciano intatto il sapore ed anzi talvolta dandogli un tocco di unicità. Se si vuole andare maggiormente sul sicuro le birre dell’europa continentale come le belghe, le tedesche e le ceche danno maggiori garanzie della loro genuinità vegana. Basti ricordare che nel 1516 il Duca di Baviera Guglielmo IV° dettò la cosiddetta ‘Legge di Purezza’ che afferma che l’autentica birra deve essere composti da: orzo, luppolo e acqua.
Birra vegana come riconoscerla
Ecco i modi più sicuri per bere una pinta di birra vegana:
- le etichette: sembra banale ma non lo è le scritte nelle lattine o nelle bottigliette sono sempre da leggere attentamente per scovare eventuali additivi non vegamente compatibili;
-
i marchi: sono diversi e il loro logo è riportato nella birre certificate. Il più famoso Veganok ma ne esistono altri come il Certificato Icea, Vegan Cert o Bio cert;
Barnivore: l’archivio on-line di marchi di birra più completo al mondo (attualmente sono censite 4.851 marchi) e in continuo aggiornamento. Classifica le birre in base a 3 livelli di veganità semaforo rosso (no vegn), giallo (non chiaro o impossibile da stabilire) o verde (vegan friendly)
Negli ultimi tempi visto la popolarità nelle nuove generazioni della filosofia vegana molti marchi di birra storici hanno deciso una svolta cruelty free, uno di questi è la mitica Guinness che nel 2016 ha deciso di abbandonare la colla di pesce nei filtri. Ma anche tante altre marchi si stanno attrezzando differenziando la produzione o convertendola al cruelty free. Insomma, anche nel mondo della birra Go Vegan scegli una birra vegana!
Infine, se vuoi produrre la birra in casa ecco come fare!