I segreti del trattamento Shiatsu spiegati da Stefano Pighini operatore professionista a Firenze ed Arezzo, che ci parla della sua passione diventata professione.
Un quadro semplice è completo di questa disciplina orientale che, letteralmente parlando significa ‘pressione con il pollice‘, partendo dalla storia per finire a spiegare a cosa serve e le peculiarità che la rendono così popolare anche da noi come terapia del benessere fisico e mentale degli individui.
Cosa è lo Shiatsu e quali sono i benefici per la persona?
Breve storia dello Shiatsu
Lo Shiatsu nasce ufficialmente solo agli inizi del XX° secolo in Giappone, quando si rinvengono le prime tracce scritte di una tecnica nota con questo nome, ma l’insieme delle tecniche manipolatorie racchiuse sotto questa etichetta sono molto più antiche. Affondano infatti le loro radici nella medicina cinese del III° secolo a.C. giunta poi in Giappone con maggiore sistematicità a partire dal nostro Medioevo con la mediazione di monaci buddisti coreani o cinesi, chiamati dalle corti imperiali a curare il sovrano e i dignitari. Inizialmente il “pacchetto” proveniente dalla cultura cinese in Giappone prevedeva non solo le tecniche di manipolazione tipo massaggio, ma anche nozioni di fitoterapia, dietetica e di agopuntura, da usare come una ricca e complessa cassetta degli attrezzi a seconda delle necessità (kanpo). Lo Shiatsu assurge ai primi del ‘900 a disciplina autonoma anche per recuperarne i tratti di terapia energetica con specifiche caratteristiche, dopo che per lunghi tratti della storia giapponese il progenitore dello Shiatsu l’Anma (An-”premere” Ma-”strofinare” è un tipo di massaggio che si avvale di tecniche di stiramento, frizione e mobilizzazione delle articolazioni) era divenuto un genere voluttuario ed estetico nel panorama delle terapie giapponesi, riservato per legge solo ad operatori ciechi.
A partire dalla metà del XIX °secolo e con un rinnovato vigore nel secolo successivo lo Shiatsu ritorna ad essere una risorsa terapeutica autonoma e importante nel panorama dei trattamenti di matrice orientale.
Nel XX° secolo i loro massimi rappresentanti sono stati Tokujiro Namikoshi (1905-2000) e Shizuto Masunaga (1925-1981). Il primo ha un approccio allo Shiatsu più comprensibile per gli occidentali, in quanto si basa sull’intervento sintomatico su punti con precise connessioni anatomo-fisiologiche e la diagnosi è di tipo medico occidentale. Masunaga ha invece un approccio più tradizionalmente “orientale” allo Shiatsu, cioè di tipo energetico, concentrandosi maggiormente sul percorso dei meridiani e sui criteri di diagnosi orientali (yin/yang e vuoto/pieno). Entrambi però condividono la definizione di Shiatsu che il Ministero Giapponese della Sanità diede alla metà degli anni ‘50 del XX °secolo: “la shiatsuterapia è una forma di manipolazione che si esercita con i pollici, le altre dita e le palme delle mani senza l’ausilio di strumenti meccanici o d’altro genere. Consiste nella pressione sulla cute intesa a correggere le disfunzioni interne, a migliorare e conservare lo stato di salute e trattare le malattie specifiche”. E’ un po’ vago, ma rende l’idea!
Cos’è lo Shiatsu? Acqua nell’acqua
Come si è appena visto lo Shiatsu (pressioni con il pollice in giapponese) è una tecnica di pressione che si avvale di diversi ‘strumenti’: i più comuni sono il pollice, il palmo della mano e il pugno ma si possono utilizzare anche il gomito, il ginocchio e la pianta del piede. Le pressioni, scandite secondo un ritmo regolato dal respiro dell’operatore, si esercitano o sui punti (Tsubo) noti anche alla Medicina Tradizionale Cinese, o sui meridiani energetici che nello Shiatsu coincidono parzialmente con i meridiani della MTC.
“I meridiani energetici sono appunto dei canali, ma per farsene un’idea un po’ più precisa, si può pensare alle correnti oceaniche che scorrono nel profondo del mare. Dall’esterno vediamo solo la superficie e le onde, ma sono le diverse correnti sottomarine che rappresentano la vita dell’oceano”.
Bene, il nostro corpo, proprio come un oceano, sarebbe attraversato da tali correnti che si muovono a diverse frequenze e che compiono funzioni diverse ma strettamente intrecciate tra di loro.
E’ questo il cuore della lettura “energetica” del corpo di cui si serve lo Shiatsu quando opera sul corpo. Ma cosa significa tutto questo in pratica?
Anzitutto, se siamo dei “sacchi di acqua entro i quali galleggiano degli organi” non ha molto senso distinguere la mente dal corpo, come invece siamo abituati a fare. E’ chiaro invece che si tratta sempre e soltanto di un unico e irripetibile corpo-mente quello con il quale si ha a che fare.
In secondo luogo questo componente-oceano fatto da diverse correnti sottomarine tende ad autoregolarsi da sé, lasciando fare alla natura piuttosto che intervenire in maniera cruenta dall’esterno. Siamo abituati a pensare che questa idea sia tipica dell’oriente, con la sua filosofia zen del non-essere, non-intervenire ecc… Invece basta scorrere la storia della medicina occidentale per accorgersi che la stessa posizione l’avevano anche i medici romani nel II° secolo a.C contro la penetrazione aggressiva in Roma dei medici ‘tecnici’ provenienti dalla Grecia, esperti di flebotomie, incisioni e cauterizzazioni.
Di fronte all’eccessivo intervento chirurgico prima (e farmacologico poi) una lunga e rispettata tradizione medica sia occidentale che orientale si è affidata alla gran forza medicatrice della natura, e lo Shiatsu in questo senso è più che orientale, decisamente “antico”, poiché rispetta pienamente i tempi di autorecupero energetico del soggetto, senza naturalmente restare passivo ad aspettare “il miracolo” della guarigione.
Un corollario clinico di questo approccio riguarda molto concretamente la concezione del dolore. Anche in questo caso vediamo una certa differenza con le nostre abitudini quotidiane. Ci hanno educato a sopprimere i sintomi dolorosi appena possibile, certo il medico ci ascolta quando gli parliamo del dolore, ma soprattutto vuole sapere dove si trova. Le informazioni energetiche che provengono dal sintomo doloroso sono invece utilizzate dallo Shiazuki per distinguere come si muovono le diverse correnti sottomarine: così ad esempio un dolore che si manifesta come bruciore, eccessivo calore implica un’energia che si muove a frequenze troppo alte, mentre dolori sordi, profondi persistenti, fastidiosi ma non lancinanti indicano una contrazione energetica eccessiva e una bassa frequenza della circolazione energetica. Un fastidio breve, magari intenso, può indicare un processo trasformativo in atto, e non bisogna quindi cercare di ‘silenziarlo’ troppo in fretta.
Come si vede lo Shiatsu si fa necessariamente in due, e proprio come accade in una terapia psicoterapeutica, si trovano sulla strada spesso notevoli resistenze, sia da parte di chi opera sul corpo sia da parte di chi riceve, ma l’aspetto interessante è che – se il lavoro dell’operatore è corretto – lo Shiatsu è in grado di:
a) offrire un modello di ritmo armonico alla circolazione energetica
b) provocare un’interferenza ottimale nel sistema energetico che stimoli il ribilanciamento
c) predisporre colui che riceve lo Shiatsu verso una maggiore capacità di autoascolto delle proprie sensazioni che il proprio corpo manda continuamente all’esterno (ma attenzione a non scambiare questa accresciuta sensibilità per ipocondria!!!).
Come ha scritto il mio autorevole maestro “Lo shiatsu attraverso il tocco offre al ricevente un “vocabolario” nuovo, molto più ricco, e soprattutto personale, nei cui termini, verbali e percettivi, questi possa riuscire a connettersi e comprendere il proprio disagio o disturbo” (Mascaro A., lo Shiatsu in AA.VV. La Pnei e le disciplinee corporee,EDRA, 2018, p.205).
Benefici Shiatsu: cosa ha di particolare la pressione Shiatsu?
Abituati come siamo alla standardizzazione delle diagnosi e dei farmaci, suona strano pensare che la sensibilità dell’operatore Shiatsu è in grado di fare la differenza. Per una concezione moderna della medicina questo è un puro nonsense! Come si è visto invece nello Shiatsu la componente di compartecipazione psichica dell’operatore alla particolare situazione del ricevente è una parte importante dell’attività di sostegno. Ma naturalmente le caratteristiche della pressione Shiatsu si distinguono da altre tecniche di manipolazione (come il massaggio Tuina o Ayurveda):
1) la pressione deve essere costante (secondo una sequenza precisa di ingresso/stasi/uscita)
2) la pressione deve essere perpendicolare alla parte trattata
3) la pressione deve essere portata con concentrazione (e attenzione al respiro)
Quando questi tre aspetti sono presenti contemporaneamente stiamo ricevendo Shiatsu!
Benefici Shiatsu: cosa accade quando ci viene fatta la pressione Shiatsu?
Se siete degli scettici inguaribili e non vi basta il pur complesso e ricco lessico orientale, o non volete saperne proprio niente di onde ed energia, sappiate che proprio per far fronte alla richiesta di “scientificità” che oggi richiede chi si affida a cure non convenzionali l’odierno operatore Shiatsu mira con sempre maggiore convinzione a ricercare il dialogo con le discipline scientifiche che traducano in un linguaggio più “occidentale” le prove di efficacia.
I frutti di questa collaborazione hanno già portato ad individuare nella modalità della pressione Shiatsu degli effetti analgesici e antinfiammatori attraverso:
- la produzione di encefaline, neurotrasmettitori della famiglia dell endorfine;
- la produzione di endocannabinoidi modulatori lipidici del sistema nervoso centrale e di quello immunitario;
- l’attivazione del nervo vago in particolare nella sua parte connessa al sistema nervoso periferico parasimpatico, con conseguente riequilibrio del sistema nervoso vegetativo
- regolazione della produzione ormonale, con riduzione del cortisolo e stimolazione dell’attività delle cellule NK, oltre alla stimolazione della produzione di serotonina, dopamina e ossitocina, con ricadute benefiche in tutte le forme di situazioni ansiogene o depressive.
Bibliografia e consigli per approfondire i benefici dello Shiatsu e dei trattamenti Shiatsu:
Masunaga S., Zen Shiatsu, Mediterranee, 1979;
Masunaga S., Zen per Immagini. Esercizi dei meridiani per una vita sana, Mediterranee, 2013 (1987);
Tokujiro Namikoshi., Shiatsu. La terapia giapponese di pressione digitale, Mediterranee 1998;
Mascaro A., Lo Shiatsu in AA.VV. La Pnei e le discipline corporee, EDRA, 2010;
Cosmacini G., L’arte lunga. Storia della medicina dall’antichità ad oggi, Laterza, 2011 (1997);
Zagato F., I Meridiani Shiatsu. Atlante, EDRA, 2015;
Autore: Stefano Pighini
Operatore shiatsu professionale ROS F.I.S.I.E.O. pratica a Firenze, Arezzo e Scandicci.
Per informazioni visitate:
www.spstudioshiatsu.it o scrivete a stefanopighini@gmail.com