Per la vita umana, animale e vegetale, l’acqua si rivela un elemento indispensabile. Non bisogna mai sprecarla: ragion per cui, ai fini di un discorso di ottimizzazione delle risorse naturali, soprattutto negli ultimi tempi si sente parlare con maggiore frequenza di gestione sostenibile dell’acqua.
Al riguardo, la direttiva quadro dell’Unione Europea sulle acque pulite delinea una chiara panoramica giuridica con il mero scopo di salvaguardarne la qualità e di garantirne il loro utilizzo in ottica di lungo periodo. Tante sono le integrazioni alla direttiva centrale: ad esempio, vi è quella dedicata alle acque potabili, quella focalizzata sulle acque di balneazione, quella per la tutela dell’area marina, quella incentrata sulle alluvioni. Tutte sono disciplinate da chiari accordi internazionali.
Il ruolo decisivo dei cittadini nella corretta gestione delle risorse idriche
I cittadini vanno coinvolti in maniera attiva per quanto riguarda la gestione sostenibile dall’acqua. In particolar modo, l’Italia ha un triste primato: ogni abitante consuma in media 220 litri di acqua al giorno. Troppi, se confrontati ai 165 litri giornalieri della media dei Paesi facenti parte dell’Unione Europea. Chiaramente, altro tema complesso riguarda il consumo indiretto di acqua.
Si parla di “acqua nascosta”, come nel caso dell’impiego di acqua per cucinare. Risolvere la crisi idrica risulta cosa possibile, a patto che tutti i cittadini si impegnino in modo concreto, al fine di ridurre al minimo gli sprechi.
Bastano solo poche e semplici azioni: fare docce brevi piuttosto che il bagno comporta un ingente risparmio in quanto a consumo di litri d’acqua; chiudere l’acqua del lavandino quando ci si spazzola i denti si dimostra una buona abitudine per tagliare gli sprechi idrici; a fronte di perdite d’acqua nelle tubature, nei rubinetti o ancora nello scarico del wc, conviene intervenire nella maniera più tempestiva possibile, onde evitare inutili sprechi.
Anche l’acquisto di alimenti locali, noti come “a filiera corta”, e realizzati con meno acqua si conferma una saggia decisione su questo argomento sempre più rilevante. L’acqua non va mai contaminata con sostanze inquinanti: gettare negli scarichi sostanze chimiche, oli, rifiuti alimentari e medicinali è una condotta da evitare.
Molto importante, poi, è la questione del riutilizzo: l’acqua di cottura e quella del deumidificatore possono trovare impieghi plurimi. Lo stesso dicasi per l’acqua piovana che può essere impiegata nuovamente per innaffiare le piante. Per quanto riguarda il corretto uso di lavastoviglie e di lavatrici, è il caso di metterle in funzione solamente quando sono a pieno carico.
Proposte per una corretta gestione delle risorse idriche
Tante sono le proposte avanzate per una gestione ottimale delle risorse idriche. Ecco quelle che più di tutte potrebbero apportare miglioramenti concreti al processo di adattamento delle infrastrutture delle reti idriche. In primo luogo, bisognerebbe agevolare il riutilizzo efficiente delle acque reflue depurate. Inoltre la graduale salinizzazione della falda, strettamente correlata alla maggiore siccità, deve essere necessariamente contrastata: solo in questo modo, acque non potabili e inutilizzabili nel campo agricolo potrebbero essere impiegate in modo utile.
La diversificazione in materia di strategia di approvvigionamento mediante pratiche di dissalazione, la semplificazione degli iter burocratici, il potenziamento degli investimenti, la promozione dell’utilizzo efficiente dell’acqua, la cultura del suo uso razionale, la lotta alle perdite lungo la rete, il miglioramento delle opere infrastrutturali strategiche sono tutte possibili soluzioni per gestire in maniera ottimale le risorse idriche.
Come risolvere le crisi idriche globali? Il ruolo cruciale dello sfruttamento delle acque sotterranee
Ai sensi di quanto indicato all’interno di Making the invisible visible, un rapporto dell’UNESCO, viene fuori che le acque sotterranee rappresentano oltre il 99% delle acque dolci presenti sul nostro pianeta. Eppure, non solo non vengono sfruttate, ma addirittura, spesso, vengono sottovalutate. Gli errori più comuni commessi su questo tema sono il loro sovrasfruttamento, l’inquinamento delle falde acquifere, il loro prosciugamento.
Risultato? Le conseguenze, purtroppo, sono poi irreversibili. Se venissero sfruttate al meglio, le acque sotterranee potrebbero risolvere le crisi idriche globali, fornendo acqua potabile, per l’irrigazione e per le colture domestiche.
Diverse autorevoli ricerche sottolineano come il consumo di acqua nel prossimo trentennio è destinato a salire quanto meno di 1 punto percentuale. Di conseguenza, ci sarà maggiore dipendenza dalle acque del sottosuolo, anche per via dell’impatto del riscaldamento globale. Solo attraverso un netto miglioramento della gestione delle acque sotterranee, i molteplici obiettivi di sviluppo sostenibile prefissati per i prossimi 30 anni potranno essere raggiunti con maggiori probabilità. Occorrerà, perciò, lavorare sulla regolamentazione ambientale, al fine di evitare sia la contaminazione sia l’inquinamento delle acque sotterranee.
L’acqua è un bene prezioso, la cui domanda è in forte crescita sia in fase di utilizzo diretto sia a livello di impiego indiretto. Bisognerà lavorare davvero molto sulla questione della gestione sostenibile dell’acqua: i cambiamenti climatici, purtroppo, rendono questa risorsa sempre più scarsa, riducendone la disponibilità. Urge, di fatto, una vera e propria inversione di tendenza. Parola d’ordine? Sostenibilità.
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