Bio plastiche come creare plastica da fonti organiche
Esiste la possibilità di produrre materiale plastico da fonti organiche e biodegradabile nel giro di pochi mesi? Ebbene si è la cd BIOPLASTICA! Andiamo a scoprire le caratteristiche di questi ritrovati e i possibili impieghi della bioplastica!
Innanzitutto va evidenziato come una percentuale tra l’8 e il 9% del petrolio prodotto ogni anno nel mondo viene utilizzato nella produzione di materiali plastici dei più disparati, di questa quantità quando va bene una parte finisce nella raccolta differenziata, quando va male viene portato in discarica o nei contestati termovalorizzatori o ancor peggio abbandonato in discariche improvvisate o nei mari con dei tempi di biodegradabilità tra i 100 e i 1000 anni, un fardello importante per le generazioni future, per questo diventa sempre più urgente pensare a soluzioni alternative, pulite e biodegradabili, ecco che la bioplastica diventa un ipotesi fondamentale per ridurre l’impatto devastante dei materiali plastici (e derivati) sul nostro pianeta.
L’Italia si presenta all’avanguardia nella produzione di bio plastiche grazie all’Istituto per i polimeri, i compositi e biomateriali del CNR con sede a Pozzuoli in provincia di Napoli e alle tante aziende e start up che dimostrano come la green economy sia un importante volano per l’economia presente e futura.
Che cos’è la bio plastica?
La bioplastica è un tipo di “plastica” che può essere biodegradabile, ed a base biologica (bio-based) oppure possedere entrambe le caratteristiche (biodegradabile e di origine biologica) così viene definita dalla European Bioplastics.
Ma cos’è nel “concreto” la bioplastica?
La risposta non è univoca perché vengono considerate tali un insieme di prodotti che tentiamo elencare per tipologia:
- polimeri biodegradabili ricavati al 100% da petrolio;
- polimeri non biodegradabili , con percentuali variabili di materia prima rinnovabile;
- polimeri biodegradabili e compostabili, con percentuali variabili di materia prima rinnovabile;
Le bioplastiche compostabili si possono riconoscere grazie a dei marchi riconosciuti a livello internazionale come per esempio il Bip (Biodegradable products institute) il Cic (Consorzio italiano compostatori), Ok Compost e tanti altri e che specialmente nei sacchetti di carta riportano la scritta ‘biodegradabile e compostabile in conformità con le norme europee EN 13432 del 2002.
Un tempo gli studi erano concentrati sull’amido di mais la cui trasformazione in glucosio rende possibile la creazione di molecole di plastica. Ora la ricerca è arrivata a teorizzare che è possibile ricavare bioplastica da gran parte degli scarti organici domestici e non, questo fa presagire la possibilità di poter produrre un numero notevole di oggetti di uso quotidiano da materiali organici eliminando i derivati dai combustibili fossili. Va poi precisato che alcuni polimeri sono anche compostabili in casa.
Approfondimento da La7 attualità: che cosa si intende per bioplastica?
Quanto costa produrre bioplastica?
I costi delle bioplastiche, rispetto alla corrispettiva produzione a base di derivati fossili è sicuramente più elevata, complice il basso costo del petrolio e delle materie prime di origine fossile, vi deve essere perciò accanto all’impegno dell’industria e della ricerca una precisa volontà politica che sia coerente con l’Accordo di Parigi del 2015.
La bioplastica si presenta come un passo avanti importante verso l’economia circolare ed è una ottima opportunità di sviluppo per l’Italia specialmente nel mezzogiorno dove gli scarti dei prodotti agricoli ci sono in abbondanza e spesso si presentano come un vero e proprio problema, per questo deve nascere la consapevolezza che tale ‘problema’ può diventare una risorsa primaria di sviluppo occupazionale per gli anni avvenire.
Le risorse ci sono, il capitale umano pure, va solo saputo sfruttare per andare verso.
Andiamo ora a vedere qualche esempio di aziende Made in Italy che si occupano e producono le bioplastiche:
Bio-On e il Minerv-Pha: bioplastiche biodegradabili italiane i produttori di bio plastiche
Azienda bolognese attiva dal 2007 nata con lo scopo di produrre e dar vita a oggetti di uso comune completamente naturali e totalmente biodegradabili in acqua.
Da questo progetto è nato il Minerv-Pha un rivoluzionario biopolimero naturale derivato dagli scarti delle barbabietole completamente biodegradabile al contatto con l’acqua. Di recente ha deciso di promuovere il programma ‘The Matter’ in cui mette a disposizioni gratuitamente a ricercatori, istituzioni i segreti del Minerv-Pha per sperimentare progetti innovativi sulla bioplastica.
Kanèsis la bioplastica prodotta dagli scarti della lavorazione della canapa
Due giovani intraprendenti, Giovanni Milazzo e Antonio Caruso, nel 2015 danno vita a Kanèsis una start up siciliana che ha brevettato HBP® (HempBioPlastic) con l’ambizione di produrre delle biomasse derivate dalla canapa (sugli usi alternativi della canapa leggi: La canapa in Italia: tra cibo, tessuti e cannabis light) e dagli scarti agricoli in generale coinvolgendo parte della vasta filiera agricola locale. Producano filamenti e biocompositi vegetali derivanti dalla lavorazione della canapa per le stampanti 3D e materiali termoplastici di ‘transizione’ detti compound.
BetaLife la bioplastica tramite il PLA
Si tratta di un’azienda di Jesi (Marche), produce materiali bioplastici biodegradabili e biocompostabili partendo dal PLA (acido polilattico) derivata dalla canna da zucchero o dal glucosio sostitutivo della plastica tradizionale in buona parte delle produzioni. BetaLife produce in bioplastica: vasetti per lo yogurt, piatti e posate, vasetti per ortofrutta, bicchieri di plastica, golf tee (per sorreggere le palline), vaschette. Tutti questi oggetti ad una condizione ottimale di umidità tra il 65% e il 95% hanno un tempo di compostaggio di 50 giorni. Se abbandonati nel terreno i tempi di distruzione sono di 15 mesi se messo in superficie, 24 mesi se interrato, 48 mesi in acqua senza rilasciare materiali inquinanti e comunque decisamente meno dei 100 anni di una plastica tradizionale.
Video per approfondire e scoprire di più sulla bioplastica:
Come avviene la produzione di bioplastica?
Le nostre conclusioni sulle bioplastiche
In conclusione non c’è nulla di fantascientifico, la bioplastica è semplicemente un tipo di plastica di carattere innovativo e pulito perché è derivato esclusivamente da materie prime che sono rinnovabili oppure è biodegradabile (o parzialmente biodegradabile bisogna fare attenzione) alcune bioplastiche invece hanno entrambe queste proprietà:
- sono create da materie prime rinnovabili,
- sono plastiche completamente biodegradabili.
Sul discorso biodegradabilità bisogna ribadire e precisare che non tutte le bioplastiche lo sono, per esempio il bio-PE a base di scarti della lavorazione della barbabietola da zucchero non lo è, questo per dire di non dare per scontato il fatto che se disperso in mare si decomponga bisogna quindi FARE ATTENZIONE!
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