Allevamenti etici e biologici in Italia
NaturalMania è contraria al consumo di carne e allo sfruttamento degli animali, pensiamo che una alimentazione CrueltyFree (ed uno stile di vita Ccruelty free) sia una necessità non solo etica ma anche pratica, abbiamo un solo pianeta terra, e il consumo di carne (solo per fare un esempio) è una delle cause accertate del riscaldamento globale.
Detto questo, abbiamo scelto di ospitare sul nostro blog un articolo che parte da presupposti leggermente diversi, lo ospitiamo, pur rimanendo convinti che l’alimentazione vegetariana (o meglio ancora vegana) sia la scelta giusta per noi, per gli altri, per il pianeta.
Se proprio non vogliamo fare a meno di mangiare carne, almeno poniamoci dei limiti etici nell’ottica del consumo consapevole e critico partendo dagli allevamenti. Sta crescendo il numero di persone che prima di comprare uova, formaggi o carne legge l’etichetta in modo da informarsi circa i metodi con cui vengono allevati gli animali, i mangimi e la qualità della vita di questi esseri viventi destinati loro malgrado alla macellazione cercando di intravedere in tutto ciò qualcosa di etico, come per esempio gli allevamenti di ovini a terra o ancor meglio all’aria aperta.
Allevamento etico la fine per l’animale è la stessa parliamoci chiaro…
Certo, un animale allevato in maniera intensiva, in una gabbia o in uno spazio ridotto, vive una situazione innaturale di stress e angoscia in cui produce tossine che poi ci ritroviamo nel piatto e a ruota nell’organismo. Un animale in un allevamento intensivo è formalmente un essere vivente nella pratica è un prodotto che si muove con gli occhi e la coda, la loro vita è confinata in pochi metri quadri in cui viene nutrito di mangimi spesso innaturali con lo scopo di farlo ingrassare per nutrire la nostra ingordigia da società consumistica , in modo che sia pronto alla soluzione finale del macello.
I numeri degli allevamenti intensivi sono impressionanti, ogni anno nel mondo vengono allevati e uccisi attorno ai 65/70 miliardi di animali, un business impressionante che provoca sofferenze immani e che in taluni casi è fonte di pericolo per la salute delle persone.
Per chi legittimamente non se la sente di fare a meno della carne, ma vuole comunque nutrirsi di un cibo sano che comporti la minor sofferenza possibile per l’animale abbiamo provato a descrivere come dovrebbe essere un allevamento ‘etico’ (pur rimanendo convinti che la scelta giusta sia NON MANGIARE CARNE, abbiamo scelto di ospitare un punto di vista diverso, nota di Naturalmania.it).Fare scelte consapevoli magari pagando poco di più ci consentirà di stare meglio con noi stessi e la carne sicuramente avrà un sapore diverso in tutti i sensi. Abbiamo preso spunto dalla filosofia dall’associazione ‘Allevamento Etico’ che ha creato il Manifesto dell’allevamento etico cercando di dettare delle linee guida per le aziende che decidono di aderire (vedi la lista) al grido del loro motto Meno ma meglio!
Lo scopo è quello di dare un contributo al benessere dell’ambiente, degli animali e degli uomini nel nome del consumo critico e consapevole.
Non è semplice, e potremo trovare anche ipocrita una simile scelta, ma piano piano la situazione si sta muovendo e sono diverse decine le aziende che hanno aderito, quello che è certo è che una fetta importante dei consumatori vuole questo e le aziende intelligenti lo sanno bene. Convertire allevamenti intensivi in allevamenti etici o biologici ha dei costi che non sono alla portata di tutti o quanto meno necessitano di tempo. La grande distribuzione sta facendo la sua parte, la Coop da tempo promuove gli allevamenti a terra a ruota segue la Ldl che dal 2019 ha messo al bando le uova prodotte in gabbia venderà nei supermercati del gruppo solo uova da allevamenti a terra e/o biologiche o all’aperto.
Liberi di muoversi in maniera naturale, uno dei principi degli allevamenti “etici”
Sono note a tutti o quasi le immagini degli allevamenti intensivi come distese di testoline di volatili che si muovono appiccicate una all’altra pronti a beccarsi a vicenda dal nervoso, maiali e mucche costrette a stare in stalle di pochi metri quadri, utilizzate come scrofe o autentiche macchine viventi per il latte. L’allevamento etico vuole che gli animali riescano a muoversi in maniera degna, possano uscire in spazi aperti, scalciare e andare a mangiare con le proprie gambe. Esistono dei luoghi al mondo dove è così (la Sardegna, la Pampas argentina, le isole Azzorre) ma sono i rimasugli di un passato dove l’animale e l’ambiente erano un tutt’uno con il contadino o il pastore che li allevava. Tornare indietro è possibile. Riuscire a dare all’animale il giusto spazio per muoversi, per guardare, per sentire odori è un compromesso raggiungibile, solo il consumatore può far sì che avvenga rapidamente.
Allevamento etico: l’alimentazione fattore chiave per la loro salute e la nostra…
Il mangimi e il cibo in generale negli allevamenti etici deve essere quantomeno organico e naturale, ancor meglio se auto-prodotto nella fattoria stessa senza l’uso di pesticidi e fertilizzanti. Per ricavare mangime industriale viene utilizzata una parte considerevole della produzione mondiale di cereali e soia quando in alternativa potrebbe essere impiegata per sfamare una parte considerevole della popolazione mondiale. Altro punto critico degli allevamenti intensivi e dei mangimi che utilizzano è che le feci degli animali d’allevamento vengono convertite in concime che poi finisce nei campi, non ci sarebbe nulla di male se in taluni casi non contenessero tracce di antibiotici, farmaci e sostanze preposte al ingrassamento dell’animale. Negli allevamenti intensivi è noto che sono usati mangimi di origine animale, particolarmente di pesce. L’allevamento etico ideale è a ciclo chiuso, ovvero il mangime viene prodotto all’interno della fattoria, mangiato dall’animale per poi una volta defecato reintrodotto come concime. Se proprio si deve uscire dall’azienda per approvvigionarsi di mangime gli allevamenti etici devono prediligere le coltivazioni biologiche, rigorosamente No Ogm e della filiera corta.
Far condurre una vita normale e dignitosa all’animale è fondamentale per gli allevamenti etici
Il ritorno alla vecchia fattoria in chiave moderna è possibile. Le tecniche moderne di veterinaria, combinate con il maggior rispetto rispetto delle norme igienico sanitarie fa sì che ci si possa maggiormente prendere cura dell’animale dal punto di vista della salute, quello che va recuperato è il rapporto uomo/animale all’interno della strutture di allevamento. Per quanto riguarda le necessità naturali degli animali l’inseminazione deve essere naturale e i cuccioli devono essere allevati dalle madri e non sottrattogli poco dopo il parto dando spazio alla creazione del rapporto madre/figlio. Non mutilare parti del corpo se non strettamente necessarie alla sicurezza e all’incolumità dell’animale. L’ambiente, gli spazi e le minori costrizioni possibili sono senz’altro le caratteristiche che permettono una vita migliore e senza stress all’animale.
Che ne pensate? Il nostro giudizio resta chiaro, NON mangiare carne è l’unica scelta etica possibile.
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