Finalmente il tema della moda sostenibile sembra aver raggiunto il panorama mainstream: da alcuni anni a questa parte, infatti, sono sempre di più i piccoli e grandi brand che si interrogano su come limitare l’impatto ambientale del settore tessile. Un settore che, per via delle politiche consumistiche tipiche del fast fashion, rischia di contribuire negativamente alla “salute” del Pianeta. Le cause? Produzione a ritmi vertiginosi, prezzi ridotti al minimo, utilizzo di materiali altamente inquinanti – uno su tutti: la plastica.
Oggi, tuttavia, le cose paiono andare diversamente. E la tendenza è destinata a proseguire anche nel medio-lungo periodo. Quali sono i segnali che dimostrano un’inversione di rotta?
E soprattutto: cosa possiamo fare noi consumatori per favorire questo processo virtuoso?
Dal fast fashion alla moda green
Il tema dell’abbigliamento sostenibile è sempre più attuale e il mondo della moda sta cercando di fare la sua parte per agevolare la salvaguardia dell’ambiente. Lo dimostra anche il fatto che nei principali e-commerce del settore, ad esempio su Fullgadgets.com, si iniziano a vedere delle sezioni dedicate proprio all’abbigliamento ecologico.
Lo stesso accade nell’ambito delle maggiori catene di moda, sia quelle low cost, sia i marchi italiani e stranieri che hanno fatto la storia dell’haute couture. Introdurre, all’interno della propria collezione, una linea realizzata con tessuti naturali, materiali riciclati o, comunque, provenienti da filiere controllate, è una mossa che incontra sempre più i favori del pubblico.
Del resto, non soltanto gli influencer più noti, quanto anche gli utenti comuni, mostrano una crescente sensibilità verso argomenti come l’aumento vertiginoso dell’inquinamento globale, i cambiamenti climatici o, ancora, la tutela degli animali. Da qui nasce, ad esempio, il progressivo rifiuto di pelli e pellicce, in favore di materiali cruelty free sintetici al 100%.
Scelte sostenibili e grande pubblico
Per un brand che si affaccia sul mercato internazionale, oggi è davvero sconveniente cercare di ignorare le tendenze ecologiste in corso. Non a caso, specialmente tra gli emergenti, vi è un’alta percentuale di marchi che sposano la causa della sostenibilità ambientale, promuovendo il riutilizzo dei tessuti ed altre pratiche green.
Un aspetto importante, a tal proposito, è quello del packaging: per arrestare il grave fenomeno dell’accumulo di plastica negli oceani, molte aziende preferiscono sostituire gli imballaggi di tipo tradizionale con soluzioni riciclabili e/o biodegradabili.
Tuttavia, è proprio sulla fase di produzione che occorre prendere le decisioni più drastiche, allo scopo di abbattere, innanzitutto, il consumo di acqua per le coltivazioni e, in seguito, l’emissione di sostanze nocive durante la lavorazione. Per conseguire l’obiettivo in tempi ragionevoli, dunque, è necessario sia l’impegno delle stesse aziende, sia una serie di contributi ed iniziative a livello politico, così da incoraggiare – e finanziare – scelte corrette.
Abbattere un sistema consolidatosi nei decenni, difatti, non è semplice. E, soprattutto, richiede un grande sforzo economico, oltre che in materia di ricerca e sviluppo. Di recente, comunque, qualcosa comincia a muoversi: pensiamo, ad esempio, alle fibre ottenute dal riciclaggio di vegetali di scarto, oppure della plastica. Altre soluzioni arrivano, invece, dal passato, come l’uso della canapa industriale, delle fibre di bambù o di ortica, ecc..
Infine, il cambiamento deve passare attraverso una visione diversa della moda, che andrebbe interiorizzata, per cominciare, dalla clientela, vale a dire da noi stessi. Continuare ad acquistare enormi quantità di indumenti ed accessori “usa e getta”, attirati da costi bassissimi e da una continua proposta di nuovi trend, non può che peggiorare la situazione.
Dunque, ad un intero armadio composto da prodotti di scarsa qualità, è preferibile l’idea di un guardaroba capsula: pochi capi da mixare in base all’occasione, frutto di scelte etiche e commerciali oculate – anche in fatto di tutela ambientale – e destinati a durare nel tempo.
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